Il piercing orale: quali sono i rischi?

Il piercing è una pratica di modificazione del corpo, adottata principalmente a scopo estetico e ornamentale oltre che come forma di trasgressione o manifestazione di autoespressione.

L’applicazione interessa le più svariate zone anatomiche, tra cui il cavo orale: piercing sulla lingua, guance o labbra rappresentano una moda diffusa non solo tra gli adolescenti, ma anche tra gli adulti.

Il cavo orale rappresenta una zona a potenziale rischio infettivo in quanto ospita un’ampia comunità di microrganismi. In termini di ricchezza di specie, il microbiota del cavo orale è infatti secondo solamente a quello del colon. Con tutti i microrganismi normalmente presenti nel cavo orale (batteri, protozoi, funghi e virus) è quindi facile comprendere come il grado di rischio rappresentato da un piercing orale sia decisamente più elevato rispetto, ad esempio, ad un piercing alle orecchie.

Prima di forare la lingua o i tessuti circostanti per inserire un corpo estraneo, prevalentemente metallico, è bene quindi consultare il proprio dentista per informarsi sui rischi connessi o ottenere suggerimenti per prevenire eventuali danni.

Questi i possibili effetti collaterali del piercing orale:


Complicanze associate all’esecuzione del foro:

  • Emorragia: in una zona altamente vascolarizzata come la lingua, il sanguinamento locale che compare durante l’esecuzione del foro per l’inserimento del piercing potrebbe evolvere in un’emorragia maggiore. È quindi fondamentale affidarsi a personale abilitato ed esperto.
  • Danni nervosi: poiché la lingua è anche riccamente innervata, il piercer dovrà fare anche molta attenzione a non causare danni nervosi, che si possono manifestare con deficit sensitivi, motori e gustativi.
  • Patologie infettive: le complicanze associate alla perforazione possono essere anche sistemiche, pertanto è assolutamente necessario accertarsi del rispetto di precise norme di sterilità degli strumenti per evitare la trasmissione di patologie infettive quali, ad esempio, epatiti B e C, infezioni da HIV, Herpes Simplex. Alcune di queste infezioni, che in pazienti sani potrebbero anche non avere conseguenze gravi, produrrebbero invece effetti devastanti in pazienti immunodepressi.
  • Endocardite: soprattutto il piercing linguale, vista la prossimità dei linfonodi, può inoltre essere associato al rischio di diffusione dell’infezione a livello sistemico, con conseguenze gravi quali endocardite o ostruzione delle vie aeree.


Complicanze associate alla presenza del piercing (solitamente localizzate a carico delle mucose):

  • Dolore, edema e infiammazione locale: sono molto frequenti e connessi al trauma mucoso provocato dal piercing. Possono durare settimane e, in casi estremi, il gonfiore della lingua potrebbe arrivare a provocare l’occlusione delle vie respiratorie. La situazione infiammatoria può essere complicata dalla difficoltà a rimuovere i residui di cibo e mantenere una corretta igiene nel sito del piercing, con conseguente aumento della placca batterica e tartaro e lo sviluppo di dolore, edema, infezioni locali e gengiviti.
  • Cicatrizzazione ipertrofica: può essere favorita dall’assunzione di farmaci o anche dal continuo movimento del monile all’interno del tessuto.
  • Interferenze con le normali funzioni orali: soprattutto nel caso di piercing linguali, la presenza del monile può interferire con la masticazione, la deglutizione e con la capacità di pronunciare correttamente le parole. La presenza del piercing può inoltre stimolare un’eccessiva produzione di saliva.

Ultimi, ma non per questo meno importanti, i danni che il piercing può provocare a carico di denti e gengive:

  • La tendenza a giocare con il piercing metallico può provocare traumi ai denti: fratture, abrasioni o distacco di frammenti di smalto. Sono esposti a questo rischio anche i restauri in ceramica; pertanto il consiglio in questi casi è, se non la rimozione, almeno la sostituzione con un piercing non metallico.
  • Molto comuni, soprattutto nel caso di piercing labiali o linguali, le recessioni gengivali causate dal trauma costante a cui i tessuti sono sottoposti per il contatto continuo del monile. La recessione gengivale non rappresenta solo un problema estetico, ma espone il paziente ad insorgenza di sensibilità dentale e carie.

I pazienti possono avere la tendenza a sottovalutare le lesioni in corrispondenza del piercing o eventuali sintomi, attribuendogli un carattere temporaneo.

Il ruolo del dentista e dell’igienista dentale è quindi fondamentale nell’informare preventivamente il paziente e sensibilizzarlo sugli eventuali rischi che questa pratica comporta; le sedute periodiche di controllo in Studio si rivelano quindi indispensabili per intercettare eventuali problematiche.

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